Promossa dal CAI Torino e dal Coro Edelweiss del CAI Torino, la cantata “Gli Italiani delle Montagne; Alpini, Alpinisti e Montanari per l’unità d’Italia” è stata ideata dal Maestro Vittorio Antonellini e dal Compositore Luciano Di Giandomenico, con testi di Roberto Biondi e con la consulenza artistica ed organizzativa di Gianluigi Montresor. Si tratta di una composizione sinfonica originale di 70’ , nella quale vanno ad incastonarsi 10 brani corali, 2 brani solistici (interpretati magistralmente dal Soprano Camilla Illeborg), numerose letture di testi espressamente ideati per la cantata (ed interpretati dagli attori Cesare Rasini e Patrizia Scianca). La cantata si articola in diversi momenti: un prologo ed un epilogo (Manet Immota) racchiudono 5 aree tematico-temporali, come in un’ideale giornata che ripercorre alcuni snodi significativi del rapporto tra la gente di montagna e la storia d’Italia degli ultimi 150 anni: l’alba (dal Risorgimento alla Prima Guerra Mondiale), il mezzogiorno (dalla Prima alla Seconda Guerra Mondiale), il tramonto (La Seconda Guerra Mondiale fino all’armistizio), la notte (dal 1943 alla nascita della Repubblica), l’alba di un nuovo giorno (il dopoguerra). In ciascuno di questi momenti storici, la gente di montagna – che indifferentemente sono chiamati via via Alpini o Alpinisti o Montanari – ha fornito un contributo determinante alla creazione e alla crescita dell’Unità d’Italia:
personaggi storici di rilievo e gente comune, cittadini appassionati e montanari solidi come la roccia, hanno onorato la bandiera italiana, con la vita di tutti i giorni e con gli eroismi dei giorni più bui. A loro è dedicata questa cantata, e a tutti gli italiani che ancor oggi credono che l’unità nazionale non sia un retaggio retorico del passato, ma una fonte perenne di impegno civile e di partecipazione democratica alla crescita morale ed economica dell’Italia, e di cui CAI ed ANA sono espressione concreta ed operativa non solo nel passato ma ancora ai giorni nostri. Non a caso il prologo e l’epilogo, che racchiudono la cantata, vanno sotto il nome di MANET IMMOTA, brano originale del M° Di Giandomenico, che prende spunto dal motto della città dell’Aquila, ferita dal terremoto del 2009, e che impavida resiste nonostante tutto, monito ed esempio per tutti gli italiani, per non cedere allo sconforto e, forte della solidarietà nazionale che mai è venuta meno, si propone come la metafora di un futuro migliore per tutta l’Italia.