Ideatore della cantata è il Maestro Vittorio Antonellini, Direttore Artistico dell’Orchestra Sinfonica Abruzzese.

Il filo conduttore dello spettacolo(durata 90’), che si articola in quattro quadri (Scenari – Alpini in trincea – Mutamenti Atmosferici – Festa al villaggio) sono le musiche originali composte dal maestro Luciano Di Giandomenico, giovane e talentuoso compositore abruzzese. Come abruzzese è Francesco Zimei, che ha curato la selezione dei testi, con brani scelti tratti da opere significative di Massimo Mila, Mario Rigoni Stern, Primo Levi, Salvator Gotta, Piero Jahier, Mario Luzi, Cesare Pavese, Dino Buzzati e dello Zimei stesso. Una voce recitante accompagna questo viaggio attraverso la letteratura alpina italiana del novecento.

All’Orchestra Sinfonica dell’Aquila si affianca il Coro Edelweiss del CAI di Torino, da tempo uno dei più validi complessi corali maschili italiani, con una decina di interventi corali inseriti nell’ampia tessitura della composizione musicale del maestro Di Giandomenico. Una voce femminile solista completa il panorama musicale della cantata. I brani musicali prescelti sono rappresentativi dell’intero arco alpino ed appenninico italiano, ma con prevalenza di quelli provenienti dalle aree del nordovest, sia di tradizione occitana che di tradizione franco-provenzale.

Lo spettacolo, fino adesso, è stato presentato prima a L’Aquila nel 2005 ed in seguito, nella sua forma definitiva a Torino, all’Auditorium della RAI di Torino nel 2006

Il progetto culturale

Si è molto parlato e discusso negli ultimi tempi di cultura della montagna, della sua esistenza e del suo futuro.

“La montagna InCantata” vuole essere un contributo a questa riflessione, proponendo testi di autori prestigiosi, che a vario titolo si sono occupati della montagna, spesso rivelatori o profetici, in chiave non solo razionale ma anche emotiva.

Non di un convegno stiamo parlando, bensì di uno spettacolo. Il pubblico a cui lo spettacolo si rivolge è quello dei milioni di appassionati di montagna e di appassionati di musica, idealmente uniti in un’esperienza che non è solo intellettuale ma anche emotiva. Attraverso i sentimenti che susciteranno le musiche, le parole, le immagini, forse più di tanti discorsi, un vasto pubblico (e non solo gli specialisti) potranno interiorizzare più facilmente la complessità del fenomeno montagna. Montagna è infatti da sempre memoria storica, ma anche attualità, luogo della contemplazione ma anche luogo di trasformazione economica della natura, terreno di caccia o di svago dei cittadini ma anche dimora abituale dei montanari, luogo di aspre battaglie di sopravvivenza e di idealità alpinistiche, dimora incontaminata di animali selvatici e teatro di aspre guerre, stupore, ascesi, festa e luogo di lavoro.

In ogni caso non si tratta di un’operazione-nostalgia. Nulla di più lontano dalle musiche originali e moderne composte per l’occasione. Certo si ricorderà il passato, non per mitizzarlo, ma per trarne motivo di approfondimento delle tematiche eterne del rapporto uomo-montagna, sia dal punto di vista del montanaro che da quello del cittadino. Ma il tutto inserito nell’attualità che ci vede protagonisti attivi e consapevoli nella salvaguardia e nella valorizzazione anche economica della montagna.

Come bene ha scritto il Maestro Antonellini, ideatore della cantata: “Poesia, canti e racconti esprimono i sentimenti di un luogo, la saggezza di una popolazione, l’allegria e la tristezza della vita quotidiana proprie delle nostre regioni rurali; patrimonio storico culturale oggi, purtroppo, a rischio d’estinzione. Nella fattispecie i canti di montagna sono stati utilizzati non già sul piano strettamente tematico, come di solito avviene, ma nella loro essenza originaria, incastonati di una grande partitura sinfonica come suggestiva citazione di se stessi (…). L’opera, strutturata come una sinfonia di carattere ciclico si sviluppa sia dal punto di vista narrativo che espressivo sulla falsariga di un immaginario viaggio in montagna, come metafora della vita umana”.

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