Il 14 Maggio con la presenza discreta delle mamme Ucraine, si è tenuto il Concerto al Conservatorio di Torino. Il Coro Monte Cauriol di Genova, il Coro Nigritella di Torino ed Il Coro Edelweiss hanno dato vita ad uno spettacolo di canti di montagna e popolari e di letture di Poesie Ucraine recitate da Patrizia Scianca.
La serata si è articolata in tre sezioni: l’Esodo, la Poesia e La Musica.
L’Esodo ha introdotto il Coro Monte Cauriol diretto da Massimo Corso
Milioni di persone, soprattutto donne con bambini, hanno abbandonato l’Ucraina partendo verso Paesi stranieri con l’unica certezza della Pace. Nei loro occhi un velo di speranza per un futuro diverso. E da loro abbiamo sentito ripetere “Noi vinceremo, torneremo nei nostri paesi, i nostri figli torneranno nelle nostre case, riprenderemo la nostra vita perché…noi abbiamo la speranza, la fede e la voglia di libertà”. La poesia “Le ali” di Lina Kostenko ha dato la giusta dimensione dello spirito che anima l’esodo, e la magistrale interpretazione del Coro Monte Cauriol con il canto “L’emigrant” ha emozionato il pubblico con un tema che è tristemente attuale ma vecchio come il mondo.
La Poesia ed il Coro Nigritella diretto da Willem Tousijn
La Poesia non può essere violata perché è l’anima di un popolo. Ha in se quanto non può essere rubato, l’identità. Che rimane indiscussa nonostante dominazioni ostili tentino di estirparla. Nella poesia di Lina Kostenko “Fanno paura“, le parole “silenziose” che recitano “bellezza e mostruosità” si ripetono. Solo la Poesia non si ripete mai e tocca le anime immortali. Il coro auspica con il canto “Ora la Pace” che la terra sia come un solo canto di speranza e d’amore.
La Musica ed il Coro Edelweiss diretto da Marcella Tessarin
La musica può aiutare, può alleggerire i pensieri, rincuorare e far sognare ma soprattutto rimane nel tempo, non può essere annientata. E’ stato emozionante vedere già nei primi giorni dell’invasione gruppi di orchestrali suonare nelle piazze e nelle strade delle città Ucraine. Si è sentito spesso risuonare l’Inno Nazionale Ucraino che ha cementato lo spirito della Nazione. Quasi a voler demolire questo spirito è stato colpito e distrutto un simbolo, il teatro di Mariupol.
Ma la musica non può morire perché come la poesia è nell’anima del popolo Ucraino. Il teatro risorgerà e siamo fieri che l’Italia abbia dichiarato quest’impegno.
La poesia “Dove sono andati i nostri figli” di Taras Shevchenko ripete il dramma della guerra che, come oggi, anche in passato ha devastato l’Ucraina. Con L’Inno alla gioia di Beethoven interpretato dal Coro Edelweiss si auspica un futuro di fratellanza e di pace..
Il concerto si è chiuso con un momento magico, l’Inno Nazionale Ucraino armonizzato a bocca chiusa dai tre cori riuniti, con le parole in sottofondo ed il pubblico che in un momento emozionante si è alzato all’unisono.
Il ricavato è stato devoluto a Specchio dei Tempi per le attività a sostegno delle famiglie Ucraine.
Le riprese sono di Guido Ferro e di Betti e Danilo Englaro
T.C.